Dice Diego Fusaro:
Sul fatto che alle elezioni la sinistra, a ogni latitudine e a ogni gradazione, sia andata incontro all’ennesima sonante sconfitta, non v’è dubbio e, di più, sarebbe una perdita di tempo ricordarlo, magari con documentatissimi grafici di riferimento. Più interessante, per uno sguardo filosoficamente educato, è invece ragionare sui motivi di questa catastrofe annunciata. E i motivi non sono congiunturali né occasionali, ma rispondono a una precisa e profonda logica di sviluppo del capitalismo quale si è venuto strutturalmente ridefinendo negli ultimi quarant’anni. Ne individuerei la scena originaria nel Sessantotto e nell’arcipelago di eventi ad esso legati. In sintesi, il Sessantotto è stato un grandioso evento di contestazione rivolto contro la borghesia e non contro il capitalismo e, per ciò stesso, ha spianato la strada all’odierno capitalismo, che di borghese non ha più nulla: non ha più la grande cultura borghese, né quella sfera valoriale che in forza di tale cultura non era completamente mercificabile.
Fatta questa premessa giustamente l’articolo prosegue con una analisi, a mio parere corretta, del perché la sinistra è approdata al capitalismo; quello su cui non concordo è che Fusaro confonde causa ed effetto.
Mi spiego meglio: chi non ha vissuto in prima persona e in prima fila (Università di Bologna) quegli eventi ne ha evidentemente l’immagine storica distorta fornita dal PCI e dal suo apparato culturale.
Ben diversa e variegata era la realtà in movimento, in cui erano sicuramente presenti esigenze anti-capitalistiche, egualitarie e persino mistiche ben presenti anche nei media dell’epoca, ma che puoi ri-conoscere solo se le hai viste allora…
Purtroppo Fusaro fa scuola: “dall’inizio degli anni Ottanta, sia sotto la spinta ideologica dei movimenti di contestazione sessantottini (i quali si facevano portatori di valori profondamente individualistici), che sotto la spinta politica delle logiche liberiste (fautrici di misure estreme come le intense privatizzazioni nei sistemi europeo e nordamericano), le disuguaglianze interne ad ogni Paese sono tornate ad aumentare”.
Fonte: http://www.lintellettualedissidente.it/austerita-e-disuguaglianze/
Sembra Orwell, la storia riscritta dando la colpa ai morti!
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Come già detto altre volte, non bisognerebbe giudicare le idee da quelli che hanno fatto carriera professandole, ma da quelli che sono morti per difenderle.