E’ stata un periodo breve (dal 1967 al 1975 circa) in cui la logica delle majors che puntavano tutto sugli attori e/o sui kolossal da botteghino è entrata in crisi e si sono fatti film “minimalisti” con attori allora giovani e sconosciuti e puntando sui registi (come in Europa) e su temi giovanili.
Al link http://www.letterebeniculturali.unibo.it/it/corsi/insegnamenti/insegnamento/2015/348811/ trovate le principali novità in tema di rinnovamento dei generi e dei caratteri dei personaggi, oltre ad una filmografia minima
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Tutti film meritevoli di essere visti, tra i quali spicca, nel 1969, Easy Rider un vero cult che ha in sé diversi archetipi:
-il mito del viaggio (Sulla strada di J.Kerouac, manifesto della beat generation);(1)
-il mito della California, contrapposto alla mentalità rurale dell’interno degli USA;
-il mito della motocicletta (ma quel particolare tipo di moto/chopper da contrapporsi a quella dei bulli alla Marlon Brando) come simbolo di libertà;
-e, ovviamente, spinelli a volontà (oggi non sarebbe considerato “politically correct).
E’ difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato
1) Muore il 18 agosto 2009 Fernanda Pivano, massima divulgatrice in Italia della beat generation