Per quanto riguarda la produzione di serie, negli anni sessanta conoscono grande diffusione la Sbarazzino 100 e la Corsaro 125, moto concepite per l’utilizzo stradale. Ma l’anima sportiva Moto Morini emerge nuovamente quando da quest’ultima viene derivata la Corsaro Veloce, che verrà poi declinata in numerose varianti sportive (la Competizione, la Sport, la Lusso, la Super Sport, la Country, la Regolarità, quest’ultima vincitrice della Sei Giorni Internazionale del 1966 in Svezia e dei Campionati Italiani Regolarità del 1967 e 1968). Anche il motore viene rivitalizzato incrementandone la cilindrata a 150 cm³ e conseguentemente le prestazioni, affiancato da un modello d’ingresso di cilindrata inferiore, il Corsarino 48.
Proprio il Corsarino, prodotto e venduto in diversi modelli (Z, ZZ, ZT, Scrambler e Super Scrambler) ininterrottamente dal 1963 al 1977, sarà uno dei modelli più popolari della casa bolognese. Pur essendo un ciclomotore secondo la normativa italiana, era in realtà costruito come una moto vera e propria con telaio a doppia culla e motore a 4 tempi, divenendo ben presto uno dei mezzi più ambiti dai giovani dell’epoca. Di questa moto venne anche prodotta una versione con motore maggiorato a 60 cm³ (denominata “Pirate” o “Twister”), per l’esportazione negli USA.
Fu grazie a questa piccola “commedia degli equivoci” che Giacomo Agostini, nel 1961, riuscì ad avere la moto dei sogni suoi e di buona parte dei suoi coetanei: una Morini 175 Settebello.
Alfonso Morini muore nel 1969, le redini della Moto Morini vengono prese dalla figlia Gabriella.
Fonte: Wikipedia s.v. Moto Morini e Giacomo Agostini