“Mi piaceva moltissimo avere Kennedy come presidente – era bello, giovane, intelligente – ma non mi disturbava più di tanto che fosse morto. Quello che mi dava fastidio era il modo in cui la televisione e la radio stavano facendo sì che tutti si sentissero così tristi. Sembrava completamente inutile provarci, non potevi sfuggire alla cosa.”Andy Warhol ricorda così l’assassinio di J.F. Kennedy, di cui ricorrono i cinquanta anni dalla morte. Andy “non può sfuggire alla cosa” e dedica molte opere all’accaduto. Nella mostra Mart #laltrotritratto www.mart.tn.it/laltroritratto è possibile vedere questa Jackie Kennedy assente, con lo sguardo perso, durante i funerali del marito.
Andy Warhol – Jacqueline, 1964 – Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci – Deposito Alessandro Grassi
“Signore e signori, la parola ‘segretezza’ è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete , ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete.
Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione (ops! – n.d.r.) monolitica e spietata basata su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza, sulla infiltrazione anziché sulla invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sulla intimidazione anziché sulla libera scelta.
È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata altamente efficiente la quale combina azioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche.
Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa è contestata. Nessun segreto è rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino.
Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l’uomo diventerà ciò per cui è nato: un essere libero e indipendente.”
John Fitzgerald Kennedy – dal discorso tenuto presso l’Hotel Waldorf Astoria di New York il 27 aprile 1961 – (Audio originale).